LA PAURA. MAHMOUD DOULATABADI

«Qualche giorno fa, all’ufficio dell’Onu a Tehran, ho parlato del fenomeno della paura.

Non mi riferivo diretta mente all’attuale epidemia di coronavirus né in generale ai recenti eventi. Co me quel filosofo che disse “Cogito ergo sum”, penso dunque sono, io ho detto:

“Ho paura dunque sono!”. La paura vince quando c’è insicurezza rispetto a un fenomeno anonimo e pervasivo. E que sta paura si raddoppia quando le perso ne rimangono inconsapevoli sulla diffusione di una malattia, per motivi politici.

La paura in sé è molto più dannosa della rivelazione di un’epidemia: annunciarla con ritardo significa sottrarsi al tentative di difendersi e combattere. La paura normale è soprattutto perché sappiamo tutti di non avere strutture sanitarie ade guate per affrontare questa malattia e le sanzioni contro il Paese hanno creato una paura ancora più forte nella società che dunque si sente in grave pericolo».

La SCIENZA. Massimo Cacciari

Due errori in uno, ma potenti, incrollabili, quasi nel nostro cervello: il primo, che vi sia Madame la Scienza, e che essa disponga di una risposta al problema, mentre fare scienza signiica ricerca, interrogazione, dibattito anche tra diversi paradigmi (e allora, quando gli scienziati contrastano tra loro, ci sentiamo come pecorelle smarrite); il secondo, che sia “emergenza”, cioè caso più o meno straordinario, ogni crisi, ogni rottura delle forme di vita in cui ci eravamo “addomesticati”, mentre queste crisi, queste rotture di continuità appartengono alla natura, e “curata” una causa che le provoca,
certamente altre ne nasceranno. Il lavoro scientiico non promette di debellarle,cesserebbe di essere scientiico e si trasformerebbe in una religione salviica se lo facesse – la scienza lotta per permetterci di vivere e di operare nel gioco inestricabile di malattia e salute.

INSTAGRAM

PAOLO LANDI

Robinson2020