«Qualche giorno fa, all’ufficio dell’Onu a Tehran, ho parlato del fenomeno della paura.
Non mi riferivo diretta mente all’attuale epidemia di coronavirus né in generale ai recenti eventi. Co me quel filosofo che disse “Cogito ergo sum”, penso dunque sono, io ho detto:
“Ho paura dunque sono!”. La paura vince quando c’è insicurezza rispetto a un fenomeno anonimo e pervasivo. E que sta paura si raddoppia quando le perso ne rimangono inconsapevoli sulla diffusione di una malattia, per motivi politici.
La paura in sé è molto più dannosa della rivelazione di un’epidemia: annunciarla con ritardo significa sottrarsi al tentative di difendersi e combattere. La paura normale è soprattutto perché sappiamo tutti di non avere strutture sanitarie ade guate per affrontare questa malattia e le sanzioni contro il Paese hanno creato una paura ancora più forte nella società che dunque si sente in grave pericolo».